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Al centro Artemisia gli SOS crescono: “Ma due casi su 3 restano nel buio”

Tra gennaio e ottobre di quest’anno, Artemisia ha accolto 1.015 richieste di aiuto di vittime di violenza. Un dato in aumento: +11,3% rispetto allo stesso periodo del 2022; 803 sono donne con episodi di violenza in atto, +3,6% dello scorso anno. Nel 70% dei casi, sono italiane.
Da gennaio oltre mille richieste di aiuto da donne.
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Tra gennaio e ottobre di quest’anno, Artemisia ha accolto 1.015 richieste di aiuto di vittime di violenza. Un dato in aumento: +11,3% rispetto allo stesso periodo del 2022; 803 sono donne con episodi di violenza in atto, +3,6% dello scorso anno. Nel 70% dei casi, sono italiane.

“C’è una maggiore propensione a chiedere aiuto – sottolinea la presidente di Artemisia Elena Baragli – con un aumento della fiducia nei centri antiviolenza. Ma la violenza non accenna a diminuire”. Dai dati che saranno presentati il 24 novembre nella giornata di convegno di Artemisia all’Istituto degli Innocenti, emerge anche un aumento dei minorenni presi in carico: sono 93 vittime di maltrattamenti e abusi. “Si parla di un 40,9% in più di ragazzi – dice la presidente -. Grazie a progettualità dedicate, con una collaborazione più forte con i servizi sociali, la formazione di professionisti e incontri nelle scuole, sono aumentate le segnalazione. Ma restano numeri troppo estesi”.

Si aggiungono gli adulti di oggi che hanno subito violenza nell’infanzia: nei primi 10 mesi del 2023 in 36 hanno avviato un percorso riparativo con Artemisia. L’autore della violenza è quasi sempre una persona con cui la vittima ha un legame affettivo: dai dati dell’ultimo triennio, nel 51-55% dei casi è il partner, nel 25-39% l’ex, nel 17-21% un familiare o conoscente. Solo l’1% è uno sconosciuto. “Anche per questo la violenza che vediamo è solo la punta dell’iceberg: due terzi degli episodi non vengono alla luce”. Parlarne permette di prendere consapevolezza, coraggio e fiducia.

“Con la campagna ’Non è amore: è violenza’ nell’ambito del progetto dedicato a Michela Noli – sottolinea la presidente di Artemisia – stiamo diffondendo messaggi sui mezzi pubblici e i canali informativi per invitare a chiedere aiuto”. E per prevenire i femminicidi. In 33 anni di attività “possiamo dire di aver salvato la vita a tante donne. Ma c’è ancora molto da fare”.

Partendo da un cambio di cultura: “I progetti di educazione affettiva e sentimentale devono diventare obbligatori nelle scuole. Dobbiamo poi collaborare con gli uomini, la parte sana della società. Solo così potremo davvero cambiare quegli stereotipi che, come ha detto giustamente la sorella di Giulia Cecchettin, giustificano e normalizzano la violenza”.

di Manuela Plastina | La Nazione del 22 novembre 2023

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