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“Mai più invisibili” la campagna di sensibilizzazione sociale del Cismai

La particolarità della campagna è quella di assumere il punto di vista dei bambini e degli adolescenti – gli invisibili – dando direttamente loro la voce per raccontare quanto sono costretti ad assistere. A dare robustezza al messaggio bastano i soli volti dei bambini e una loro semplice frase che traccia alla perfezione la realtà in cui vivono.
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La campagna di sensibilizzazione

“MAI PIU’ INVISIBILI”

 

A poco più di vent’anni di distanza dalla sua prima definizione in Italia di violenza assistita – il fare esperienza da parte di un bambino di qualunque forma di maltrattamento compiuta su figure di riferimento affettivamente significative – il Coordinamento Italiano Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia (CISMAI), riconosciuto nel 2017 Società Scientifica dal Ministero della Salute, lancia la campagna di comunicazione sociale “MAI PIU’ INVISIBILI” per continuare a mantenere alta l’attenzione su di un fenomeno molto diffuso e pericoloso per la salute dei bambini, delle bambine e degli adolescenti, quale quello della violenza assistita, di cui non ha mai smesso di occuparsi.

Infatti, già nel 2005 il CISMAI, sulla scorta del lavoro sul campo dei professionisti e dei Centri associati, aveva elaborato le prime Linee Guida per gli operatori riassunte nel “Documento sui requisiti minimi degli interventi a favore delle vittime di violenza assistita sulle madri”, necessariamente aggiornate nel 2017 in considerazione del fatto che il “trauma connesso alla violenza assistita – si legge nel nuovo documento – è ancora minimizzato e sottovalutato nelle sue conseguenze, spesso gli operatori stessi faticano a
riconoscerlo, ad individuarlo precocemente e ad intervenire efficacemente”.

Una minimizzazione che investe tutta la società, oltre che gli addetti ai lavori, a fronte di numerosi e consolidati studi, anche di rilievo internazionale, e della stessa esperienza trentennale del CISMAI, che testimoniano quanto, invece, la violenza assistita produca danni nel breve e nel lungo periodo nei bambini costretti a farne esperienza se non tempestivamente curati.
D’altronde, i risultati della “II Indagine sul maltrattamento dei bambini e degli adolescenti in Italia” (2021) condotta su commissione dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza dallo stesso CISMAI insieme con Terre des Hommes Italia, ad oggi l’unica aggiornata sul tema, non lasciano spazio alle interpretazioni: i bambini e i ragazzi presi in carico dai servizi sociali sono 401.766 di cui 77.493 vittime di maltrattamento. Di questi il 32,4% è vittima di violenza assistita. Un numero drammatico.
“Nonostante si siano fatti passi in avanti sul tema della violenza assistita – dichiara Marianna Giordano, presidente del CISMAI – il fenomeno è ancora fortemente sottovalutato, e per questo poco riconosciuto, perché nell’immaginario collettivo il bambino, non essendo direttamente colpito dalla violenza del padre, non è una vittima”.
“Ancora oggi – continua la Presidente – sento pronunciare troppo spesso la frase: “picchia solo la moglie, i bambini non li ha mai toccati”, luogo comune che orienta le scelte di tutela nei confronti di queste bambine e bambini parimenti maltrattati ma senza lividi in superficie”.
“Per questo motivo – conclude – abbiamo voluto metterci ancora una volta dalla parte delle bambine, dei bambini, e degli adolescenti attraverso la realizzazione della campagna di sensibilizzazione “Mai più invisibili”, uno spot dove a parlare sono proprio loro quasi sempre non visti e non riconosciuti come persone sofferenti”.

Lo spot è stato realizzato dalla giornalista e assistente sociale Ornella Esposito, già socia del CISMAI, sotto la supervisione tecnica di Laura Laportella esperta di social media e comunicazione digitale, come tesi finale del master di I livello in “Comunicazione Sociale” promosso dall’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, e si sofferma sull’aspetto più dannoso del fenomeno della violenza assistita: la sua minimizzazione con la ’logica’ conseguenza della non visibilità/riconoscibilità dei bambini e degli adolescenti come vittime.
La particolarità della campagna è quella di assumere il punto di vista dei bambini e degli adolescenti – gli invisibili – dando direttamente loro la voce per raccontare quanto sono costretti ad assistere. Lo stile è semplice e asciutto, non si è ricorso ad immagini/volti tristi o provati, né a frasi connotate da particolare drammaticità, pur se forti ed esplicite. A dare robustezza al messaggio bastano i soli volti dei bambini e una loro semplice frase che traccia alla perfezione la realtà in cui vivono.
L’ambientazione richiama volutamente la vita quotidiana dei bambini per rinforzare il concetto che la violenza assistita non è un evento eccezionale, ma si consuma nella quotidianità, soprattutto nell’ambiente domestico, in quello che nell’immaginario collettivo è il luogo di protezione di un minore. I bambini protagonisti della campagna, Nicolò Garofalo, Alice Garofalo, Simone Bittolo, non sono attori amatoriali, né professionisti, tranne che per l’adolescente Silvio Minichiello (nel cast del film Nata per te di Fabio Mollo). Tale scelta è motivata dal voler dare maggior spontaneità e credibilità possibile al messaggio. Dal voler rendere più autentiche le testimonianze.
Alla realizzazione dello spot, oltre ai piccoli “attori”, hanno contribuito gratuitamente anche: Luigi Scialdone (candidato David di Donatello 2018) per la musica originale, Italo Scialdone, sceneggiatore, montatore, modellatore in 3D, per l’assistenza al montaggio e la color correction, Gabriella Striani, attrice, per il voiceover, che hanno sposato con convinzione questa giusta causa.

 

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